Lezione V – Storia dell’ambiente nell’Appennino Centrale
Storia dell’ambiente nell’Appennino Centrale
Mercoledì 18 aprile, alle ore 17,00, presso la Sala Polivalente in Piazza Luca da Penne, si terrà la lezione “Storia dell’ambiente nell’Appennino Centrale” a cura del Prof. Aurelio Manzi.
Il Prof. Aurelio Manzi è naturalista e botanico storico ambientale. La sua attività di ricercatore è rivolta essenzialmente allo studio della vegetazione, ecologia, etnobotanica e conservazione della natura in ambito appenninico.
L’ attività di studio sul campo è documentata da oltre 150 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed estere, oltre ad articoli ed opere a carattere divulgativo.
È autore o coautore di diversi volumi tra cui: Libro rosso delle piante d’Italia, Origine e storia delle piante coltivate in Abruzzo, Piante sacre e magiche in Abruzzo, Flora popolare d’Abruzzo, Piante alimentari in Abruzzo, Orti medievali in Abruzzo, I legumi della montagna abruzzese, Pastori lanaioli e contadini.
Una parte della sua produzione scientifica e divulgativa interessa il settore della storia e trasformazione del paesaggio e dell’agricoltura nell’Italia centrale, tematica particolarmente sentita. In questo senso, uno dei suoi libri è “Storia dell’ambiente nell’Appennino Centrale – La trasformazione della natura in Abruzzo dall’ultima glaciazione ai nostri giorni” (Edizioni Meta, Fondazione PESCARABRUZZO).
L’ Abruzzo è una terra, posta al centro del Mediterraneo, con una natura straordinaria che esprime una biodiversità eccezionale, raramente riscontrabile in ambito italiano ed europeo. Eppure, l’azione dell’uomo, fin dalla sua comparsa, ha influito sulla natura primordiale, ha sistematicamente trasformato l’ambiente per adattarlo alle sue esigenze di vita. Oggi non c’è ettaro di terreno che non abbia risentito dell’attività antropica. Aurelio Manzi ripercorre la storia dell’ambiente nella regione, dall’ultima glaciazione fino ai nostri giorni, con gli occhi del naturalista attento alle vicende umane. Analizza le trasformazioni ambientali nelle diverse epoche, i cambiamenti nel paesaggio e nell’agricoltura, le mutazioni nelle comunità faunistiche e floristiche. Si sofferma sulla distruzione di importanti ecosistemi come il lago Fucino, uno dei più estesi bacini italiani, oppure la preziosa torbiera di Campotosto, le aree paludose e la fascia costiera, indugia sulla devastazione dei grandi complessi forestali, in particolare le selve della pianura. Indaga su alcuni processi oggi in atto di portata storica, tra cui l’abbandono della fascia montana e collinare con la conseguente urbanizzazione della costa, i cambiamenti climatici e gli effetti ambientali che ne derivano.
Per saperne di più è disponibile la presentazione e l’introduzione del libro, in questo link.